Il rumore del vento che passa tra le foglie è la base musicale ideale per il raccoglimento. Gli alberi, giganti silenziosi che sembrano accompagnare l'uomo nel suo percorso proteggendolo dalle insidie. I sentieri, tortuosi e imprevedibili come i pensieri umani. La luce, spesso poca che gioca con il verde creando effetti stupefacenti e poi a volte esplode e sorprende prorompente nelle radure.
Prima di costruire templi ed altari, infatti, il bosco rappresentava l'ambiente perfetto per raccogliersi, riflettere ed entrare in contatto con la propria anima e con le divinità. Di fatto il bosco è stato il primo luogo di culto per gli esseri umani. I celti lo chiamavano Nemeton e vi celebravano riti magici. Molto simile alla dicitura celtica era il nome dato al bosco sacro dai romani, il Nemus (o Locus) era il luogo dove abitavano divinità e creature magiche alle quali si dedicavano riti e sacrifici.
Sono numerosi gli elementi che fanno del bosco il luogo ideale per la meditazione, la contemplazione e l'introspezione. Chiunque di noi sia mai entrato in un bosco, lo ha certamente sperimentato su di sé.
L'architettura e l'atmosfera di templi e chiese in effetti, hanno molti elementi in comune con un bosco sacro. Quasi come se l'uomo avesse voluto costruire i propri luoghi sacri, rifacendosi all'ambiente naturale che per millenni aveva ospitato riti magici, cerimonie e culti:
- le colonne ricordano i fusti di alti alberi;
- gli altari sono spesso costruiti in pietra proprio come le grosse pietre al centro di radure che venivano usate per svolgere riti sacri;
- la penombra e la luce che filtra da piccole fessure in alto sulle pareti proprio come nel bosco la luce filtra dalle fronde degli alberi;
- il silenzio necessario per il raccoglimento e la preghiera;
- l'elemento fuoco che nei boschi sacri era portato da fiaccole o lanterne per illuminare e si ritrova spesso anche nei luoghi di culto.